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mercoledì 16 marzo 2016

Credeteci e vedrete cose grandi

da Movimento Giovani Focolari // Non ci sono commenti

È inutile negarlo, il male dilaga. Siamo circondati. È come un leone in giro in cerca della sua preda.
Nonostante gli omicidi, le morti, ecc., a noi deve però arrivare una parola diversa, se davvero crediamo in Dio.

“È giunto a voi il regno di Dio” dice la Parola di Vita di questo mese.
Non dobbiamo farci “intrappolare” da queste cose e magari pensare che sia tutto un male.
Il trucco di ogni cristiano è quello di credere fermamente che il bene sia più forte del male e che, quest’ultimo, non potrà mai vincere sul primo.
È vero, purtroppo siamo portati a pensare il contrario. Ma non è colpa nostra.
La tv, i giornali, la radio, sembrano andare tutte verso un’unica direzione.
Si sente parlare di assassinii, morti, e chi più ne ha più ne metta.

Ma la vita non è solo questo!!

Purtroppo la cronaca nera attira più pubblico. Ormai fa più ascolti un uomo che ammazza la sua famiglia, di un uomo che, con tutta la sua famiglia, fa il missionario in Perù (e questa è una storia vera!).

Spetta a noi decidere cosa è meglio sentire ogni giorno.

Una frase del Padre Nostro recita così: “Liberaci dal male”.
Dio ci ascolta ed è disposto a liberarci da ogni forma di malignità, ma il primo passo dobbiamo farlo noi.

Mahatma Gandhi diceva: “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”.
Dobbiamo crederci, veramente! Altrimenti il male continuerà a fare la sua parte che, di giorno in giorno, diventa più grande.

E voi? Volete liberarvi dal male?
Certo, ognuno è libero di scegliere. Ma, sapete, il male ormai lo conosciamo a memoria e sappiamo dove ci porta. Il bene, invece, è così vasto che potremmo cominciare ad agire per Lui, anche solo per scoprire le meraviglie che ci riserva.

Il rapporto con Gesù deve essere di tipo amicale. Dobbiamo vederlo come vicino a noi, pronto ad aiutarci, non lì “nell'alto dei cieli” spettatore lontano di tutto quello che ci accade.

In questo dovremmo crescere un po’ tutti, solo così diventeremo persone migliori e vedremo tutto ciò che ci circonda in modo diverso.



giovedì 10 marzo 2016

E il figlio ritornò al Padre

da Movimento Giovani Focolari // Non ci sono commenti

Oggi parliamo di una parabola molto conosciuta: quella del "Figliol Prodigo”.

Quante volte ci siamo comportati come lui e abbiamo pensato di raggiungere gli obiettivi da soli, senza l'aiuto di nessuno?
Come ci saremmo comportati al posto del figlio più grande?
E infine, quante volte il Padre, al nostro ritorno, non ci ha deluso, accogliendoci con gioia e facendo festa?

Quello che ha pensato il figlio più piccolo, è molto comune ai nostri pensieri...

"Ormai sono grande, cosa ci faccio ancora qui, nella casa di mio padre?", oppure, "Sono giovane, ormai sono capace di essere padrone della mia vita" e ancora "Voglio godermi la vita, è arrivato il tempo di essere libero, di fare ciò che voglio".

Chi di voi non ha mai pensato/sentito questa frase?

Proprio per questi motivi, il figlio dice al padre "Padre dammi quello che mi spetta", anche se in cuor suo sapeva che non gli apparteneva, e va via.

Questo è un atteggiamento straordinariamente attuale. Tanti sono i giovani che, arrivati a un'età "matura", decidono della propria vita, della propria libertà.

Ma il vangelo parla chiaro: una vita lontana da Dio, all'inizio potrebbe sembrarci un "godersi la vita", ben presto, però, ci renderemmo conto che stiamo sprecando la nostra vita.

Quando ci allontaniamo da Dio, quando cerchiamo l'amore fuori da Dio, ci troviamo nell'angoscia e nella tristezza. E così è stato per questo ragazzo.

La parte più bella di questa parabola è quella che narra "Allora tornò in sé". Improvvisamente ha avuto questo coraggio, forse per bisogno, forse per necessità, ma ha preso coscienza dei propri errori.

"Che cosa sto facendo? Ho un padre che mi ama ed io son qui, che spreco la mia vita".

In particolare in questo periodo quaresimale, tutti dovremmo fermarci un istante e pensare: "Che cosa sto facendo della mia vita, del mio lavoro, del mio studio?” e dovremmo chiederci "Li sto sperperando, o sto vivendo in comunione con Dio?"

Quello che ha fatto il ragazzo è una cosa molto importante, ma noi spesso lo dimentichiamo o non lo facciamo per orgoglio: si è pentito.

Ma attenzione, il "pentirsi" non è un sinonimo di "sentirsi di colpa". Il senso di colpa ci fa stare male, ci avvilisce, il pentimento, invece, ci fa riscoprire di essere figli.

E il fratello maggiore?

La parabola ci dice che era molto vicino al padre, ma solo fisicamente. Il racconto ci fa capire, infatti, che il suo cuore era ben più lontano. Lui non aveva trascurato nessun comando del padre, ma non si sentiva figlio, si sentiva un semplice salariato. Lo comprendiamo dal fatto che egli dice "Padre, io ti servo" e non "ti amo". Egli non è capace di dire "mio fratello è tornato", è troppo pieno di amarezza per comprendere la gioia del proprio padre.

Il padre lo invita, quindi, alla comunione dicendo: "Figliolo, tu sei sempre con me e ogni cosa mia è tua; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita; era perduto ed è stato ritrovato".


E noi? Siamo consapevoli di essere figli di Dio?



domenica 6 marzo 2016

Wake up and live: "l'essenziale è invisibile agli occhi"

da Movimento Giovani Focolari // 1 commento

Proprio il vangelo di domenica scorsa parlava del male.

Quando ci succede qualcosa di male, che non ci aspettiamo, a chi diamo la colpa??

1 - Al Signore: perché "Se il Signore non avesse voluto non sarebbe successo"

2  - Alla persona colpita: "Chissà cosa avrà fatto perché gli sia successo..."

3 - Agli altri: "Se gli altri non si fossero comportati in quel modo, non ci saremmo trovati in questa situazione..."

4 - "Doveva succere": il puro caso

Anche quando la vita viene colpita da un male molto grande, vi è sempre una chiamata del Signore.

È proprio questa la nostra sfida: VIVERE LA VITA!

Molti non vivono la vita, la sorvolano... Pensano che dalla vita si possano togliere delle cose come le malattie, i dolori, per sostituirle con delle altre che ci piacciono di più...

Ma attenzione! La vita non è un Photoshop!

Non si può modificare, bisogna viverla fino in fondo così com'è.

Sfruttiamo al meglio le cose che abbiamo, la gioia proviene da lì!


venerdì 4 marzo 2016

Opere di Misericordia: Roba da supereroi?

da Movimento Giovani Focolari // Non ci sono commenti

Salve a tutti! Oggi tratteremo un tema molto importante: LA MISERICORDIA.
3 sono le opere di misericordia spirituali fondamentali.

1 - CONSIGLIARE CHI È NEL DUBBIO: un'opera di misericordia straordinaria è quella di avvicinarsi alle persone che vivono momenti di dubbio, di incertezza, ed essergli accanto con il consiglio. Ma attenzione! Non quello umano, quello dello Spirito Santo ;)

2 - CORREGGERE CHI È IN ERRORE: al secondo posto troviamo quest'opera. Significa poter donare ciò che si sa "in più" rispetto agli altri. Un paio di esempi: Secondo voi un fratello o una sorella che nasce cinque anni prima di un altro suo fratello ne sa qualcosa di più? E il consiglio di un genitore, che è nato 20/30 anni prima, può essere utile? Bene! Questa può essere un'opera di misericordia. 

3 - AMMONIRE I PECCATORI: lo sappiamo... ci vuole molto coraggio per dire: "Guarda che ti stai sbagliando". 
Le domande vengono spontanee: "Ma chi me lo fa fare?", "Mi ascolterà?"
... e poi le conclusioni "Ma si dai, tanto lo capirà da solo che sta sbagliando..."

Però se non riprendiamo chi sbaglia, siamo responsabili con lui, dei suoi errori.

Come vedete, quindi, non bisogna avere dei "poteri speciali" per operare nella MISERICORDIA, basta guardare l'altro con gli occhi di Dio!