Ciao a tutti! Anche questo mese vi proponiamo la meditazione sulla Parola di Vita di novembre del nostro caro Luca Monacis. Buona lettura e augurandoci che la cosa vi sia ancora una volta gradita vi auguriamo una buona giornata e... CHE TUTTI SIANO UNO!!
p.s. fateci sapere nei commenti cosa ne pensate ;)
p.s. fateci sapere nei commenti cosa ne pensate ;)
Quanti e quali significati può assumere la parola fede, in tanti modi essa può essere declinata a
seconda del culto religioso , dello sfondo sociale, del contesto territoriale.
Ogni dottrina parte dal presupposto che la pratica spirituale consista nell’osservazione di regole e
precetti, il cui risultato finale culmini, sebbene in modi differenti, nell’avvicinamento dell’uomo ad
una realtà più alta.
Ebbene, in questa grande varietà di costumi forse è possibile cogliere un comune denominatore, un
aspetto semplice ma al tempo stesso centrale, tanto importante quanto dimenticato.
La fede è affidamento.
Non si tratta semplicemente seguire dei dettami, avere fede significa “affidarsi”, riporre la propria
fiducia, la propria vita, i propri progetti nelle mani di Dio.
Tutte le pratiche religiose tendono a questa finalità.
Avere fede significa entrare in uno stato, nuovo e diverso, dove il nostro occhio interno è
trasfigurato.
In molti dei suoi miracoli Gesù dice :“la tua fede ti ha salvato”.
La tua fede!
Come se fosse semplicemente una questione di aver fiducia, quasi che il compimento di azioni
straordinarie dipendesse da noi nella misura in cui usciamo fuori da quel perimetro soffocante in cui
ci siamo confinati.
L’affidamento dura un istante, il tempo di un respiro; esso comincia dal coltivare un desiderio nel
nostro cuore invitandolo ad andare in alto, lasciando che fiorisca autonomamente.
Ma prima è necessario che quel desiderio maturi nell’intimo, in silenzio, senza la nostra
onnipresente voce razionale che presenta e segnala soluzioni e alternative. Non è questo il
momento.
Gesù lo dice chiaramente nel Vangelo di Marco: “Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme
nella terra, dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo
sa. Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella
spiga”.
Affidamento significa confidare in questo misterioso processo.
Fede è aderire con l’intelligenza all’Eterno che si rivela.
Allora la forza dell’uomo dipenderà dalla sua propensione ad affidarsi al buio, al mistero, al
nascondimento.
Ma tutto ciò non basta. E’ necessario un passo in più.
Tutte le sue forze razionali sono necessarie e fondamentali solo se indirizzate nella dimensione
giusta, a patto cioè che l’uomo faccia uno sforzo intuitivo ulteriore: pensare con la mente spirituale.
Dice nuovamente Gesù, nel Vangelo di Matteo: “accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né
tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassìnano e non rubano. Perché, dov’è il tuo tesoro,
là sarà anche il tuo cuore”.
Se ci facciamo caso possiamo notare che forza è come connaturata da una sorta di “meccanismo
rigenerativo”, tale per cui anche di fronte a situazioni dolorose, inavvertitamente sentiamo
un’energia che ci sostiene.
Si narra che Ercole abbia affrontato in una delle sue molte peripezie, il gigante Anteo, figlio di
Poseidone e Gea, la dea primordiale, la divinità della terra.
Ora, Ercole riuscì ad abbattere il suo nemico, ma questi cadendo ripetutamente al suolo sembrava
rinvigorito, quale figlio di Gea, e fintanto fosse restato con i piedi ben piantati sul terreno sarebbe
stato invincibile. La terra lo rigenerava.
Ercole per sconfiggerlo dovette sollevarlo da terra; fu così che stroncò la forza di Anteo.
La vera forza parte prima di tutto dallo stare sulla “propria terra”, sulle proprie radici.
I veri problemi sorgono quando veniamo sollevati, o ci solleviamo da soli, al di fuori di esse.
Le radici si manifestano in un modo molto semplice: che cosa ti piace? Quel lavoro, quel percorso
di studi, quella curiosità, quel libro, quei rapporti in cui ti senti appagato; sono tutti esempi di
attività dove ci rigeneriamo. Ma non basta.
Queste sono delle cose in cui si manifesta la “nostra terra”, ma non è in esse che quest’ultima si
trova.
La vera forza dipende da dove hai messo il tuo cuore; da questo passaggio dipende interamente la
tua vita.
Dove hai “investito il tuo capitale”?
Là dove è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore: investi il tuo cuore in posti sicuri, non nelle cose
finite della terra, soggette a deperimento e opportunismo.
Metti il tuo cuore nelle cose infinite, nelle cose eterne, nelle cose di Dio, in Dio.
Non sei solo storia, sei anche metastoria.
Deporre il proprio cuore ai piedi della Croce di Gesù, orientare i sensi a percepire la Sua Presenza,
allenare l’olfatto a sentire il Suo profumo, esercitare l’udito ad ascoltare le Sue parole… sono i più
profondi atti di radicamento da fare nella propria vita, nella propria terra.
Gesù è la nostra terra e il nostro cielo, Lui il nostro percorso, Lui il nostro destino.
Lo ha detto Lui stesso “Io sono la vite e voi siete i tralci…come il tralcio non può da sé dar frutto se
non resta nella vite, così, neppure voi, se non dimorate in me”.